Le “termiche”

Riproponiamo questo articolo su questa curiosità meteo, apparso sul nostro sito qualche tempo fa.

Non stiamo parlando delle gomme invenali usate dagli autoveicoli, molto comode in caso di neve, ma di un fenomeno fisico, usuale nelle stagioni calde (tarda primavera ed estate principalmente), specie nelle aree montuose. Molto ricercate da chi pratica il parapendio e altri sports similari. Descriviamo le termiche in modo molto semplice senza usare termini astrusi che annoierebbero il lettore. In pratica, nelle ore più calde, specie in estate, il suolo è soggetto ad un forte riscaldamento (specie i terreni e le aree rocciose, di meno i prati e i boschi) e l’aria, intorno ad esso, aumentando di temperatura, diventa più leggera di quella circostante: in pratica si stacca una bolla “calda” che sale verso l’alto finchè alcuni parametri lo consentono. Questo fenomeno accade usualmente nelle pendici dei rilievi esposti al sole. Se la “bolla” d’aria è sufficentemente umida, nella risalita del pendio, trovando temperature più fresche, si condensa e forma quella classica nuvoletta: la presenza di essa è indice che al di sotto vi è molto probabilmente una termica e chi pratica il parapendio, spesso, sfrutta questo indicatore. In genere la termica termina il suo percorso non oltre i 2000 m nel caso ci sia un’alta pressione ben strutturata che ne arresta la risalita verso l’alto (per effetto inversione termica e moti verso il basso). Se invece l’aria è instabile (ovvero fresca in quota e caldo-umida al suolo), questa piccola nube può evolvere in un cumulonembo e sfociare anche in un rovescio o temporale. Attenzione: se da una parte del pendio l’aria sale, dall’altra parte deve scendere (per andare a compensare il vuoto d’aria dalla parte opposta) e qui,  chi pratica questi tipi di sport, deve prestare attenzione!

Alessandro Nardi

Nella foto: la classica nuvoletta sopra il pendio montano che indica la forte probabilità di avere una termica al di sotto di essa.