Gli anelli di Saturno

Diciamocelo… tra tutti i pianeti del Sistema Solare, escludendo la nostra Terra perché come dice il vecchio adagio “Home sweet Home”, Saturno é sicuramente il più affascinante e anche un po’ piacione.
Vuoi per la sua imponenza (é il secondo pianeta in ordine di grandezza), vuoi per il vezzo caratteristico che lo colloca ai vertici della Top Ten delle preferenze degli astrofili: gli anelli.
In realtà non sarebbe l’unico a sfoggiare strutture di questo tipo poiché tutti i pianeti gassosi giganti (Giove, Saturno, Urano e Nettuno) nel posseggono almeno uno ma non abbastanza visibili ai nostri telescopi come come quelli di Saturno.
Facciamo un salto indietro nel tempo, fino al 1610 quando il nostro connazionale Galileo Galilei, in una lettera a Keplero, descrisse Saturno come “triplice” scambiando gli anelli per due astri più piccoli. Concediamoglielo, al grande Galileo: un tale errore era sicuramente dovuto alla “scarsità” dei mezzi di cui disponeva; ma bastarono pochi anni dopo e l’intuizione di Huygens del 1655 il quale teorizzò e poi osservò che Saturno era circondato da “un anello sottile e piatto, non collegato al pianeta, inclinato rispetto all’eclittica” (cit.)
Era destinato a diventare una star, senza ombra di dubbio.
E così, con il passare dei secoli siamo giunti a calcolare che queste grandissime formazioni composte da particelle di ghiaccio brillanti di varie dimensioni che vanno dal granello di polvere ma che non superano quelle di una grossa casa, hanno un diametro di 275.000 km e mantengono un orientamento fisso inclinato di quasi 27°. A dispetto delle enormi dimensioni sono in realtà molto sottili e non raggiungono lo spessore di 100 metri.
L’origine e l’età sono sconosciute e del tutto ipotizzate: potrebbero essere dei “residui” non aggregati successivi alla formazione del pianeta o il risultato della disgregazione di una luna impattata con una cometa; difficile, come al solito, stabilirlo.
Gli anelli sono divisi in fasce (i nomi degli anelli seguono l’alfabeto in base alla loro scoperta. Partendo dunque dal pianeta si distinguono D, C, B, A, F, G, E. ), ognuna separata da dei gap, degli spazi quasi vuoti chiamate divisioni di cui la maggiore, la Divisione Cassini (dal nome del suo scopritore) che separa la fascia A dalla B é ben visibile in condizioni di eccellente visibilità anche attraverso telescopi di piccole dimensioni.
Particolarmente affascinante é l’osservazione di Saturno in un particolare periodo in cui gli anelli sono esattamente di taglio e non se ne possono apprezzare i dettagli se non una riga scura che taglia letteralmente il pianeta; ciò avviene ogni 15 anni ossia quando la Terra attraversa il piano della sua orbita. Prossimo appuntamento: maggio 2025.
Per fare luce su questi straordinari elementi (e non solo), dal 1997 é in corso la missione NASA/ESA/ASI Cassini-Huygens che dopo aver scattato più di 400.000 immagini, scoperto 10 lune, effettuato un numero impressionanti di flyby intorno al pianeta, terminerà la propria avventura il 15 settembre 2017.
Preparate i fazzoletti !! 😉

Roberta Gori

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By NASA/JPL/Space Science Institute (http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA08388) [Public domain], via Wikimedia Commons