Siamo stati sulla Luna!

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A parte le leggende di misteri, tesori, amore e morte dalle quali si usa far derivare il pittoresco nome, quest’Alpe tra Marche e Toscana, locale spartiacque tra Tirreno e Adriatico oltreché tra valli insediate e percorse d’antiche genti, sicuramente esercita la sua buona dose di fascino e attrazione. Cosa a cui noi non siamo assolutamente immuni…

Alpe della Luna

L’approccio all’Alpe, aretinamente parlando, può avvenire da nord, sud o ovest. Il primo, ovvero via Badia Tedalda, è stata la nostra scelta. Il che ha significato che di prima mattina stavamo risalendo Via Maggio fu Maior, cosa che ci ha offerto belle panoramiche sull’alta valle del Tevere, sul famoso invaso, e contorni nostrani come Catenaia, Poti, Sacro Monte, i Rognosi e cocuzzolo di Montauto (per il quale è proprio da qui che se ne apprezza la posizione strategica!).

L’Alpe della Luna non offre mezze misure in termini di scarponate coinvolgenti! Una sortita sul tratto sommitale, peggio ancora se si vuol pure anellare, significa chilometri e pendenze non trascurabili, per cui è naturale cercare di avvicinare il più possibile il parcheggio, considerata anche l’ora d’auto che separa dal capoluogo. Troviamo il miglior compromesso nei pressi di Monteviale, da dove la piena visione del nostro obiettivo è inebriante e allo steso tempo intimidente: “urca, gnà ariva’ lassù?”

Alpe della Luna

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 La piazzuola del Poggio La Piazzuola (un-nome-una-missione) rappresenta il posto naturale per parcheggiare (quota 828). Un vistoso cancello biancorosso e un ambiguo segnavia CAI 19 potrebbero invitare a imboccare lo stradello in discesa, ma il 19 in realtà è quello quasi invisibile che si inerpica subito e senza tanti complimenti sulla costina sassosa!

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La risalita “adriatica” del CAI 19 è varia e divertente, non annoia certo! Sugli ultimi ripidi zigozaghi, di fatto con segni quasi latitanti e magari con vista annebbiata dall’ascesa non trascurabile, forse abbiamo involontariamente bypassato la Fonte dei Caproni e la deviazione per la Fonte della Piscina. Quando alfine incocciamo il GEA/00, la scorta d’acqua qualche pensierino ce lo dà ma decidiamo di continuare.

Alpe della LunaDopo una breve tranche di 00, incuriosisce una visibile deviazione a sud. Un impercettibile segnalino ligneo che recita “RIFUGIO” viene di fatto notato dopo che si è già visto il rifugio stesso, pochi metri più in là. Ci guardiamo sconcertati, dato che le nostre carte non lo riportano. Minuscolo ma funzionale e accogliente, dedicato a Paolo Massi, doverosamente lasciamo traccia nel registro.
Sul lato del capannino, una mappa riporta manoscritto un “siete qui”, ma le cose non tornano! Vi viene indicato un rifugio alla Piscina, a nord del crinale… bah, l’avranno spostato? Va be’, no problem, peccato solo che non ci siano tracce di vicine fonti…

Alpe della Luna

Proseguendo poco oltre sullo 00, si trova l’ometto che marca la cima del Frati (quota 1453). È poco più di Catenaia ma qui la quota avrà aspetti molto più spettacolari, come ben ci si accorgerà proseguendo lungo tutto il bordo superiore della famosa Ripa della Luna! E ci si accorgerà anche che, superata l’estasi delle viste a est, sud e in basso, sarà anche bene guardare dove si mettono i piedi!

Alpe della Luna

Dal bordo Ripa, la vista a sud ben evidenzia la punta del M. Maggiore (quota 1384), in corrispondenza del quale lasceremo il crinale per tornare a valle. Oltre, si intravedono le cime minori percorse dal GEA/00 fino a Bocca Trabaria.

Alpe della LunaL’alta via tra il Frati e il Maggiore è una goduria, tra tratti ombrosi, terrazzini sul baratro e variopinta flora. Buffo come gli 00, in genere autostrade dove non si perde la via neanche impegnandosi, siano sempre segnatissimi a destra, manca e sopra (vedasi l’esuberante ramo in foto), mentre in altri percorsi, meno battuti e ben più infrascati oltre che ingannevolmente diramati, i dubbi possano pure divenire atroci.

Lasciato infine lo 00 poco sotto la cima del Maggiore e imboccato verso NE il CAI 5, si inizia a scendere di brutto su rocciose voltoline e in poco spazio si perdono 250m di quota.
Di certo, dal 5 o dal 19 che sia, raggiungere il crinale fa quasi rimpiangere i mitici Scalandrini…

Alpe della LunaSi transita quindi per il Poggio Valalfio, si aggira a oriente la cima del Giavattine (che qualche cartografia battezza Ciabattine mentre le nuove tabelle segnavia ne fanno un compromesso: Ciavattine!) e siamo alla pittoresca ma un po’ malmessa area attrezzata. Ci godiamo la Ripa dal basso, ma di fonti neanche l’ombra…

Alpe della Luna

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Dall’area picnic, dove tra l’altro si procede a dovuto rifocillamento, , un criptico indizio gialloblu (alias sentiero locale P3) indirizza verso lo stradello che scende verso la fonte del Meriggio, lungo il quale una anonima sgreppatina a destra porta alla Buca della Tabussa…

Alpe della Luna… che ha il suo tabellino di località ma ormai non serve più! La grotta ha origini tettoniche, cosa foriera di instabilità. Non siamo né esperti né attrezzati quindi ci fermiamo nella camera d’atrio, dove si trova il curioso trogolo scolpito nell’arenaria. Questa sì che è una fonte speciale! La nostra preoccupazione idrica è risolta, speriamo solo che origini e ristagno non abbiano generato qualche primordiale paramecio tossico…

Alpe della Luna

Ripreso il percorso, al momento di lasciare il CAI 5, cerchiamo (senza troppo successo) di aggiustare la segnaletica che, causa dadi allentati, puntava verso direzioni inopportune. Ma non riusciamo a granché.

Successivamente, un pietrone cade sul sentiero mentre vi passavamo ma… GF ha la testa dura…

Le sfavillanti tabelle, a marchio “RN Alpe della Luna” ovvero l’area protetta che contiene buona parte del nostro percorso, portano talvolta più dubbi che soluzioni. Anzitutto la numerazione è recente e nessuna carta in nostro possesso la riporta. Poi si ha la sensazione che lo stradello che stiamo percorrendo cambi numero alla chetichella. Infine si ha a che fare con sentieri a Y (trivio con rami tutti con stesso numero, come in foto), cosa che sconcerta un po’…

Alpe della Luna

Sullo sfondo, tutto il tratto sommitale Frati-Maggiore con relativa Ripa. Dato il suo orientamento, purtroppo questa va ben presto in ombra anche in estate e tocca quindi fare le levatacce! Oppure, come usa da queste parti, ci si va in notturna con luna piena!

Alpe della Luna

Le carte riportano spesso un Monterano di Sopra e uno di Sotto. Noi troviamo un solo Monterano, costituito da un unico corpo di fabbrica, recentemente ristrutturato ma non aperto al pubblico se non previo accordo telefonico, come recita il cartellino sulla porta, e con adiacente area attrezzata impraticabile. Un vicino trogolo ha un rubinetto ma che abbiamo trovato erogante solo in una occasione, forse in periodo pascoli.

Alpe della Luna

Incuriositi da un invitante segnavia, lasciamo lo stradello sassoso per una camminata a risalire il corso del Presalino, che prende vita dalla Ripa e che rivedremo più tardi in veste più coreografica. Anche qui, l’assenza di ogni ulteriore indizio e soverchianti intoppi vegetali, nonostante si sappia che siamo poco sotto l’area Tabussa, ci costringono ad un mesto dietro-front.

Alpe della Luna

Alpe della Luna

 Lo stradello che, con lunghi tornanti, ci richiude l’anello attraversando tutta la Val di Petra, offre vedute e soggetti divertenti e interessanti, compresa quella dei due noti fratelli a bombolo, prospetticamente sovrastanti il piccolo abitato di Colcellalto. La nostra sfortuna è la sede stradale appena rifatta a seguito di frane (ci sono ancora le ruspe in giro!), una massa non pressata di pietrisco appuntito che mette a dura prova caviglie e suole.
In corrispondenza della deviazione per il Molino di Tassinaio, troviamo un altro disorientante esempio di sentiero a Y.
E alfin riusciamo alla Piazzuola dal già visto cancellone biancorosso.

Alpe della Luna

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 Non si può comunque venire da queste parti senza fare un salto alla cascata del Presalino, poco prima che questo si immetta nel Presale, dove l’acqua assume toni incredibili di verde e tutt’attorno una rigogliosa vegetazione. E da qui, ovviamente a piedi, una visita al Santuario della Madonna del Presale, risalente a un migliaio di anni fa, costituito da chiesa e romitorio, parte di quello che era un locale insediamento maggiore.
Segue la consueta carrellata naturalistca…

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Alpe della Luna

L’anello raffigurato è di quasi 17km con oltre 900m di ascensioni totali. Sono segnati alcuni punti di deviazione/giunzione significativi ma non tutte! Abbiamo inoltre esplorato alcuni percorsi (non segnati e non riportati sopra) tra il CAI 5 e il Presalino, tra la Fonte del Meriggio e la Tabussa, spesso con mesti dietrofront per eccessivo infrascamento…

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Potendo, alla fine ci si può rilassare con una visita alla chiesa “abbaziale” di S. Michele Arcangelo, anno mille, e ai pittoreschi borghiciattoli di Badia Tedalda. Da qua, guardando verso sud, la vista porta ovviamente a dire “ebbene sì, eravamo lassù”.

Cartografia di riferimento:

  • CAI CMVT, Val Tiberina e Marca Toscana, 1:50K (Selca, 2004)

  • Badia Tedalda, Carta Turistica e dei Sentieri, 1:25K, riporta e descrive anche i sentieri “svedesi” (Pro Loco, siglati Pn) e appare un mero ingrandimento della carta CAI, con segnature e icone un po’ troppo grossolane e invadenti.

  • Alpe della Luna 1:25K (IGA), la più aderente ai tracciati GPS ma un po’ sottotono rispetto ad altre sue produzioni (almeno l’edizione posseduta), mancando la griglia UTM e molti dei percorsi non segnati o segnati solo localmente.

 

Saluti a tutti da Carlo, Franco e Gianfranco