Sul Parco con le app!

Appena sentito l’annuncio su notiziario locale, fulminante la curiosità di provare e spippolare l’app ufficiale del beneamato PNFCMF&C, più brevemente parco foreste casentinesi o, ancor più brevemente per i locali, “il parco”. Sapete d’altronde, dai nostri umili reportage, quanto ci sentiamo legati a quelle zone di natura affascinante e quasi incontaminata. Ne segue questa breve impressione (recensione sarebbe eccessivo), beninteso giusto per comareggiare un po’ e senza pretesa alcuna.

ArezzoMeteo-CPalazzini

 

Sullo store, nel caso specifico il Google Play androidiano, basta cercare parco foreste che ne vengono fuori due, di app: PNFC Trekking Map e Sentieri Natura. In verità, ce n’è anche un’altra ma appare più dedicata ad avventure prolungate che alle nostre fugaci scarponate domenicali.
Peraltro, sul sito PNFC, dove si nota una propensione per la pomacea, trovarne menzione è dura!

Bene premettere che si parte dal presupposto che la versione elettronica di un qualcosa (o di un compendio di cose) debba – da un lato – dare sostanziale valore aggiunto alla risorsa convenzionale già disponibile e consolidata e – dall’altro – reggere il confronto con lo stato dell’arte nell’ambito digitale. Non è pedanteria, è la dura legge di sopravvivenza di un qualsiasi prodotto. E siamo in un campo dove si esige disponibilità di informazioni attendibili e puntuali, mica quello dei cinguettanti giochini vari… Ma andiamo per ordine.

 

PNFC Trekking Map

Questa app dovrebbe costituire la guida ufficiale alle scarponate nel parco, attraverso la “navigazione della mappa” e le “informazioni dettagliate” di certi POI.

 

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Saltiamo le introduzioni e andiamo subito alla mappa, apparentemente derivata dal mondo OSM, che si presenta con attraente sfumo altimetrico ma con qualche riserva nel complesso.
Anzitutto, il dettaglio o la sua percezione non appaiono adeguati alla sua piacevole presentazione (e alla sua occupazione di memoria nella versione residente, circa 270 MB, saggiamente prevista per rendere l’app indipendente da qualsiasi connessione mobile laddove di connessioni spesso manco l’ombra c’è… situazione peraltro intonata all’ambiente e magari pure benvenuta!). Si nota la penuria di adeguate etichettature di riferimenti importanti come fonti e rifugi, oltre che specifici punti o zone. Si riporta a titolo di esempio il dettaglio massimo relativo al ricco percorso delle Cullacce.

Su dispositivo da 7-8”, la lettura del dettaglio mappa (grafismi di testo, simboli e tracciati) è quasi sufficiente. Dato però lo scarso zoom, già su un 5.5” e nelle tipiche condizioni sul campo, molto meno concilianti che sul divano casalingo, l’immediatezza di lettura ne risente assai.

Non ho trovato esplicita voce di menu che alimenti speranza di geolocalizzazione (se il ricevitore GPS è disponibile sul mobile device, ovviamente) e invece la funzione c’è! La cosa fuorviante è che se si attiva l’iconcina-pin-plettrino in alto a sinistra quando il ricevitore è disinserito, questa “frulla” e basta e non ti avverte o propone l’attivazione del ricevitore. In ogni caso, come riferisce un messaggio esplicito, il servizio è disponibile solo all’interno dei confini del parco.

 

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Altro esempio che sconcerta: uno dei santuari naturalistici più amati del parco, La Lama, neanche si merita un’etichetta… e nemmeno il percorso MTB 7 del Cancellino che da lì prosegue per la Fonte Solforosa, anch’essa allegramente ignorata. Inutile martellare le iconcine col ditone, i link sono costituiti solo dai “plettri-pin”, ben visibili ma inesorabilmente rari! E non citiamo la chiesetta o la cascata degli scalandrini…

 

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Riguardo ad altra area arcinota, quella apicale, riporto un confronto fra quanto visualizzato dall’app al massimo zoom (8” FHD) e a seguire due paragoni via app nav-cartografica specializzata (Orux, ne parlammo qui): una con carta vettoriale OSM-based “vestita” con stile hiking e l’altra con la bella carta-cartacea ufficiale del parco, Ed. 5, qui digitalizzata e georeferenziata (obbligo assoluto per ogni vero amante del parco ed ha anche un prezzo giusto: nessuna cartografia free può batterla in dettaglio!). Certo, il Falterona è assai più noto alle cronache e alla storia ma la mancata identificazione del Monte Falco non farà piacere a Simone…

ArezzoMeteo-CPalazzini

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Buffa (a dir poco!) la sfilza di decimali di grado nella posizione dei (pochi, già detto!) riferimenti georeferenziati. Due calcoletti e si prende atto che alla dodicesima cifra (e non sono ancora tutte!) siamo già sui micrometri… Ovviamente non ha alcun senso, si sa che l’uso di funzioni GPS-SPS garantisce, in condizioni idilliache, alta probabilità di stare entro un circolo d’errore di qualche metro (e di fatto a noi scarponatori basta anche così). Però rimane la curiosità dell’origine di quella sequela!
Utili, per contro, i riferimenti telefonici per ogni evenienza (se c’è campo…).

 

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E’ saggiamente prevista un’interfaccia di ricerca di enti e toponimi ma ahimè tutto è limitato a quelle pochissime voci di cui è stato dotato il database POI. Risultato: di due note “penne”, neanche una…

 

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Nei credits infine spicca l’assenza di istituzioni toscane… l’unico esplicito riferimento è relativo al geoportale della regione.

 

Sentieri Natura

L’app Sentieri Natura non ha particolari pretese, è di fatto un minimale e-book(ino) che raccoglie le nove schede d’origine cartacea normalmente vendute su cofanetto. L’uso è molto convenzionale, link e ipertesto sono ridottissimi, ma in fondo tutto sommato l’uso sul campo è sicuramente più pratico rispetto alla carta d’origine. Anche le mappette, moooolto stilizzate e da non prendere come vangelo geografico, sono quelle che troviamo anche nei tabelloni sul posto. Non mi sembra esista un rilevamento o feedback posizionale (via ricevitore GPS o lettura di locali QR-code), cosa che potrebbe portare ad un miglior supporto di contingenza, visto che tali percorsi sono rivolti a tutti. Per fortuna, sui SN non è così facile perdersi!

 

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Il menu principale, oltre a una mappa a minima scala di tutto il parco e un altro paio di voci di contorno, mostra l’accesso ai sentieri identificati dalla località ma non dal loro numero (che sembra abbandonato ma era comodo e sintetico).

 

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Prendiamo uno dei sentieri quasi a caso, come quello del Capanno (titolo tematico “La faggeta”). Troviamo una descrizione generale del percorso e del contesto naturalistico, la relativa mappetta, come sopra citato, che riporta i riferimenti d’interesse (“punti di sosta”) dei quali si trova poi – ma senza l’ausilio di link – una schedina descrittiva.

 

 

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Giusto per spirito critico, confrontiamo le geometrie dell’anello con quelle riportate su cartografia OSM e sulla carta ufficiale (Ed. 1), qui visualizzate su device 5.5” FHD, rendendo evidenti le licenze semplificatorie che sono state adottate. In effetti, la zona è segnata da svariati calpestii, oltre a essere attraversata dal GEA/CT e interessata dal 84A, ignorati dalla mappetta.

 

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Va bene, sono app gratuite e siamo stati un po’ pignoli, ma avevamo esposto le premesse e abbiamo guardato la bocca del caval donato. Noi siamo fieri del nostro parco, unico nel suo genere, e ci piacerebbe che anche tutto il contorno facesse medesima invidia.

Ogni appunto spero venga inteso espresso nel più benigno spirito costruttivo. Chiedo scusa in anticipo se m’è sfuggito qualcosa. Il mio invito ovviamente è di provarle… sul campo!

Saluti a tutti da Carlo