Betelgeuse, pronti per lo spettacolo?

Non si può restare immuni al fascino del cielo notturno invernale; lo spettacolo delle costellazioni in questo periodo é sorprendente ma é la Costellazione di Orione a dominare gran parte del cielo in tutto il suo magnificente splendore.

Composta, tra le altre, dalle stelle tra le più brillanti: Rigel (la stella più luminosa, il “piede destro”), Bellatrix (la “spalla destra”), il trio Mintaka / Alnilam e Alnitak (la “cintura”), Saiph (il “ginocchio”), Meissa (la “testa”) e Betelgeuse (la “spalla sinistra”).

 

Se Rigel é inconfondibile per la sua vivace luminosità, Betelgeuse lo é altrettanto.

Dalla caratteristica colorazione rossa, con una magnitudine 0.5, é la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione e la decima più brillante del cielo. Non una classica “stellina”, bensì una signora supergigante rossa che dista da noi circa 600 anni luce, dalle dimensioni decisamente “oversize” con un raggio medio pari a 900-1000  R? (raggio solare; tenendo conto che il raggio solare é pari a 6,960×108m ossia 110 volte il raggio della Terra… ), e una massa pari a 15-20 volte quella del Sole.

Il suo status di supergigante rossa, del resto, la relega tra le stelle più grandi nell’Universo e, come le altre dello stesso tipo, ad una vita piuttosto “breve” in questo stadio (solo qualche milione di anni) dopo il quale a secondo della loro massa subiranno la trasformazione in stelle di altro tipo (“Wolf-Rayet) o esploderanno in supernova. Quest’ultimo sarà il destino di Betelgeuse: la sua alta instabilità culminerà con una esplosione stellare energetica di una forza e luminosità senza pari con emissioni di polveri e gas che si diffondono nello spazio circostante. Probabilmente sarà osservata per settimane dalla Terra come una sorgente luminosa nel cielo, proprio come un altro Sole, ma di aspetto più puntiforme. Uno spettacolo incredibile, una fine persino “romantica” (dal nostro punto di vista!); se non fosse per il non trascurabile particolare che le supernove, esplodendo, non solo proiettano nell’universo una quantità immensa di metalli derivanti dalla fusione nucleare e che contribuiscono ai processi di formazione stellare ma soprattutto emettono un quantità enorme di lampi di raggi gamma (gamma-ray burst, i fenomeni più energetici osservati nell’universo). E non sarebbe piacevole se la Terra si trovasse “a tiro”: le reazioni chimiche che i lampi gamma provocherebbero nell’alta atmosfera terrestre causerebbero dei danni allo strato di ozono per conversione dell’azoto in ossido di azoto. Quanto basta per impoverire lo scudo che la Terra possiede per combattere i raggi solari con conseguenze nefaste. Studi recenti ipotizzano che possano essere state causa di estinzioni di massa sulla Terra (periodo Ordoviciano-Siluriano, 450 milioni di anni fa) e probabilmente anche in altre zone della galassia. C’è da specificare che fortunatamente ci troviamo abbastanza lontano da Betelgeuse per risentire subire gli effetti di un gamma-ray burst (e dovremmo essere particolarmente sfortunati da trovarci anche nella sua direzione di emissione); una supernova che si trovasse ad una distanza più ridotta potrebbe però darci qualche pensiero. Probabilmente risentiremo in qualche altra maniera dell’esplosione ma diciamo che con Betelgeuse possiamo essere abbastanza tranquilli e l’estinzione é solo rimandata 😉

A questo punto c’é da augurarsi che sia “solo” una bella esplosione, ben visibile e che duri a lungo. Ricordatevelo, quando osserverete quella stellina di colore rossastro.. Quando? Non ci é dato a saperlo a causa dell’enorme distanza che ci separa; potrebbe addirittura essere già accaduto. O tra un milione di anni. La proverbiale pazienza degli astrofili..

Roberta Gori