11 Gen Alla ricerca dell’inverno perduto
Archiviata la mega-scaldata avvenuta nella giornata di sabato su alcuni settori della nostra penisola, esaltata anche dai venti di caduta dalle Alpi (e in parte anche dagli Appennini – vedi settori pedemontani emiliani), con valori estremamente fuori norma che si sono registrati specie nelle pedemontane piemontesi (anche punte di 26° !!!!!!), il nostro sguardo volge al prossimo futuro meteo per capire se andremo incontro ad una fase più dinamica in chiave invernale o dovremo fare i conti ancora con questa zonalità sparata con pattern di NAO positivo e conseguente clima mite e spesso uggioso sui nostri settori, con montagne praticamente senza neve (almeno nei nostri settori). Un primo calo termico avverrà nella serata di questa domenica ad opera di una modesta ondulazione delle correnti che introdurrà una veloce passata di aria fredda, prima del ripristino dell’anticiclone delle Azzorre. La diminuzione delle temperature sarà però più palese in montagna: al suolo forse nemmeno ce ne accorgeremo, se non nei valori minimi di lunedi mattina, complice il cielo sereno e la possibile assenza di vento.
Da lunedi fino a giovedì/venerdì faremo i conti di nuovo con l’anticiclone spalmato sui paralleli e con il flusso atlantico umido a scorrere sull’Europa centrale, anche se stavolta starà più basso di latitudine fino ad interessare con nuvole e forse qualche precipitazione anche il nord e parte del centro. Ovviamente anche in questa fase avremo temperature miti.
Uno sguardo al modello ENS che mette in risalto le termiche a 1500 m e le possibili precipitazioni:
Qualcosa potrebbe cambiare, a livello circolatorio, nel prossimo week end: maggiore predisposizione dell’anticiclone delle Azzorre ad alzare la cresta quel tanto che basta per introdurre, fino alle nostre zone, correnti più fredde nord atlantiche, con aria polare o artica marittima (difficile essere più precisi, al riguardo, fin da ora).
Un ritorno quindi a condizioni più tipicamente invernali con possibilità finalmente di avere delle nevicate a quote di montagna, tanto per dare fiato alle zone turistiche montane delle nosrtre zone che hanno visto quella poca neve caduta negli ultimi giorni delle scorso anno spazzata di via dalla eccessiva mitezza del clima.
Alessandro Nardi