Per la Via Romea nella Valle Santa

Proseguendo nella nostra esplorazione (ricreativa!) nell’area delle foreste casentinesi, abbiamo percorso i sentieri dell’alta Valle Santa che ci portano al confine con la Romagna ed in particolare al mitico “Passo di Serra” a 1148 m. dove l’antica Via Romea arriva da Bagno di Romagna, Cesena, Bologna. Da qui passavano buona parte dei collegamenti civili e militari dell’antica Roma verso il Nord e per tutto il Medioevo era nota come la via più breve dal Nord Europa per Roma e per il Medio Oriente, ma in particolare questa via è diventata nei secoli “la Via” dei pellegrini diretti a Roma o in Terrasanta (per approfondimenti vedi in calce all’articolo).

Mentre il GEA-00 rimane un sentiero tutto zucchero, buona parte del CAI 56 o del CAI 59 – Romea presentano notevoli dissesti e il pietrame sconnesso (vere rolling stones) rende assai disagevole il cammino, in particolare nei tratti acclivi, e occorre guardare bene dove si posa il piede, specialmente durante la lunga discesa dal Passo all’attraversamento del Fosso. Diversi tratti del 59 sono poi ridotti a sentiero infrascato (2), dove conviene magari prendere contromisure per eventuale rettilame indesiderato. Franco, poi, quando vede frecce gialle sul “camino” (3) scatta in sprint e se poi pensa ai tortelli, si cimenta anche in uno strip-tease volante pur di accelerare (4)!

 


L’ambita mèta, ripresa dal lato romagnolo (1) (2) dato che dal lato aretino è assai infrascata e poco percepibile. Il valichetto della storica Romea, detta anche di Stade (cittadina tedesca) o pure Romea Peregrinorum, è segnato dal cippo (3) posto dal comune di Bagno di Romagna nel 1998 e dalla solita segnaletica escursionistica (4), dalla quale, tirando in ballo pure la cartografia, si arguisce che la quota del passo dev’essere oggetto di una contesa…

 

Per arrivare al Cippo che segna il valico si può salire in auto al Passo dei Mandrioli, parcheggiare e poi seguire il sentiero di crinale GEA 00 e con una bella passeggiata sulla cresta arrivare all’incrocio con i CAI 59-177 deviando su quest’ultimo con una salita di 275m e una quarantina di dislivello si giunge al Passo . Il percorso effettivo dell’antica Via Romea è quello diretto da Corezzo- Serra- Passo Serra con una ascesa impegnativa su fondo spesso sconnesso. Noi siamo invece saliti da Corezzo lungo il sentiero 56 che incrocia lo 00 poco sotto il passo dei Mandrioli, ricongiungendosi con il ben noto sentiero ombreggiato aggirando a mezzacosta lo Zuccherodante (1228 m) arrivando infine all’incrocio di cui sopra (59-177) e raggiungendo quindi il passo.Serra. Da qui si scende costeggiando la valletta del Fosso di Serra verso Serra e Corezzo.

 


La foto è un goffo ma praticabile tentativo di registrare una emozione per riviverla e condividerla. E ogni tanto si torna ragazzi e si va per frasche e farfalle …

 


Nel tratto di Romea interessato dalla scampagnata, lungo il CAI 59, si osservano brevi tratti in cui l’antica pavimentazione è ben percepibile e di sicuro fascino. All’incrocio con lo 00 (1) e ancor più a monte (2), l’usurata massicciata mantiene molta della sua consistenza originaria; altrove si percepisce il rinforzo del fondo ma ormai non più il disegno (3); in qualche punto ci accompagna una vetusta spalletta in pietra (5). L’antico ponte in pietra (4) che attraversa il Fosso di Serra, crollato chissà quando, è pietosamente bypassato da un recente ponticello pedonale in legno. In estate non ci sarebbero problemi di guado ma probabilmente in altri periodi il ponte è necessario.

 

Alle 8:30 siamo a Corezzo (quota 760), che troviamo imbandierata per la festa di mezzo agosto, parcheggiamo la macchina, facciamo rifornimento di acqua e panini e partiamo con prospettiva di tornare per l’ora di pranzo e gustarci un piatto di tortelli “alla lastra”. Alle 9:00 cominciamo a salire di buon passo ma il sentiero a volte ha pendenze notevoli con fondo spesso dissestato da fuoristrada, quad, enduro e trattorini vari, entriamo per brevi tratti dentro il bosco alto dove troviamo anche qualche fungo oltre a una grande varietà di felci, dalle giganti alle piccolissime “salaginelle” che spuntano tra i sassi.

 


Lungo la discesa della Romea (CAI 59), subito sotto l’incrocio con lo 00, la vegetazione ad alto fusto lascia ampi spazi ad arbusteti e la visuale può così spaziare verso sudovest, dove si intravede il nostro punto di partenza e agognato ritorno (cerchiato), il retrostante Poggio Baralla e sullo sfondo, celatamente allineato con Soci e Poppi. il Pratomagno. La Via si snoderà lungo la mezzacosta sinistra (idrografica) della valletta fino a Serra, dopo cui l’attraverserà puntando su Corezzo.

 

Arriviamo sul crinale alle 10:35 (quota 1172), poco dopo ci fermiamo a fare la seconda colazione e foto. Proseguiamo all’ombra lungo il bel sentiero sulla cresta (Gea/CT 00) e ci troviamo all’incrocio 59-177 (ore 11:44, quota 1111), prendiamo la salita a sinistra e qui troviamo gli ultimi tratti toscani della Romea che sale da Corezzo.

Fa sempre una certa impressione percorrere queste strade antiche, dove eserciti, mercanti, ambasciatori e umili pellegrini sono transitati per secoli, purtroppo in tutto il percorso solo pochi tratti sono visibili e relativamente ben conservati mentre per buona parte “La Via” è ridotta a un sentiero spesso stretto e dissestato. Non sarebbe male che, visto che si tratta pur sempre di un capitale di cultura, cercare di riscoprirne e restaurarne alcuni tratti come è stato fatto con successo in Spagna sul “Camino de Santiago”.

 


Lungo la Romea, a sottolinearne storia e natura, si trovano diverse edicole sacre (1)(2) ma anche (forse più recenti) ometti (3). Dopo la dura salita del 56, approfittando di una specie di tavolino da picnic di pietra, Franco ha una visione mistica (4). Poco sotto lo Zuccherodante (5), è l’ora della seconda colazione per Franco (la terza per Carlo!): l’aria di montagna fa venire un appetito! Primi tetti di Corezzo in vista, ancora ben aldilà della valle, dopo il transito per l’abitato di Serra (6): tornano in mette i tortelli e il passo si affretta. Si noti nuovamente lo scosceso fondo del malridotto stradello.

 

Sul Passo di Serra (Alpe di Serra) un massiccio cippo segna il confine e ricorda la storia millenaria della Via Romea, qui la strada scende ripida e veloce verso Bagno di Romagna, già 2000 anni fa stazione di sosta e di ristoro lungo la via.

Scendiamo che è già mezzogiorno inoltrato, siamo in ritardo ma, visto che siamo in discesa contiamo ancora su qualche tortello rimasto, mentre scendiamo per quello che resta della Romea, uno stretto stradello pietroso e scosceso con solo un paio di tratti di antico selciato ancora visibili, possiamo ammirare bellissimi e ampi panorami sulla Valletta e di fronte il Casentino fino al Pratomagno. La natura è quasi intatta, troviamo una zona ricca di fiori e di farfalle.

 


L’abitato di Serra, attraversato dal CAI 59 – Romea, è un vero gioiellino residenziale e per ogni hiker rappresenta anche uno strategico punto di rifornimento acqua (1)(2)(3). Anzi, verrebbe voglia di usare il lavatoio come vasca da bagno! L’ora di transito, densa di aromi da barbecue, ha esercitato una forte tentazione d’appellarsi all’antico diritto di ristoro che veniva generosamente riconosciuto ai transitanti pellegrini … La chiesetta di S. Niccolò (4), che pone qualche momentaneo dubbio di itinerario (“la lasciamo a destra o a sinistra?”). Ma anche a Corezzo (5) non mancavano densi fumi di gozzovigliante origine, ingenuamente scambiati per sfrigolanti tortelli alla lastra che ci stavano aspettando … ma poi finì, senza troppi rimpianti, a prosciutto e pecorino (6) [le specialità citate non sono presenti in foto in quanto la stessa è stata scattata a trippa ormai satolla…].

 


In arrivo in discesa al delizioso abitato di Serra si incontrano svariate deviazioni ma basta sostanzialmente proseguire “dritto” dentro il caseggiato, dove si troveranno le vasche e il rubinetto di preziosa acqua. Usciti dal nucleo si troverà la chiesetta, dove la pista si biforca in brusca discesa e diventa quindi d’obbligo un attimo di raccoglimento… Una microsegnaletica biancorossa dice “sinistra”, in seguito confermata dagli ometti, mentre a destra probabilmente si fa un’alternativa parallela o convergente ma, come nel nostro caso, potrebbero esserci dei fuorvianti segnali per bikers. Attraversato il Fosso, a parte qualche cancello da pascolo, si può anche innestare il pilota automatico.

 

Arriviamo al paesino di Serra, una vera piccola oasi in mezzo all’appennino. Sono le 13:20 e la gente è in giardino, davanti a tavole imbandite, a godersi profumatissimi arrosti, forse è la stanchezza o la fame ma cominciamo a “vedere” i tortelli, la strada è ancora lunga e il caldo si fa sentire. Dopo la chiesina una serie di “ometti” segna la via, scendiamo nello stretto fondovalle e attraversiamo il Fosso di Serra, un affluente del Corsalone, dove un antico ponte di pietra crollato è stato sostituito da uno di legno. Cominciamo l’assolata risalita verso Corezzo che sembra ancora distante, il desiderio di mettersi a sedere davanti ai tortelli diventa impellente, sono le 13:30 il caldo incombe e la salita è resa ancora più dura da oggetti volanti molesti. Infine come un miraggio, arriviamo a Corezzo, sono le 14 in punto: ci precipitiamo al primo stand chiedendo 2 piatti di tortelli, ma ci sentiamo rispondere “Mi dispiace ragazzi ma la festa è per stasera e anche i tortelli”… Concludiamo al bar alimentari con pane, prosciutto, pecorino e acqua fresca!

 


L’anello, poco meno di 12 km, è normalmente classificato “per tutti”, anche se si hanno quasi 700m di ascensioni totali nonché altrettante discese su fondo spesso sconnesso (trita-alluci-e-ginocchia) e proprio in coincidenza con le pendenze massime. Quindi magari da non prendere troppo alla leggera, che so’, tipo evitare ciabattine infradito …

 


L’anello è spesso riportato con percorso in senso antiorario mentre noi abbiamo preferito lasciare in fondo la parte migliore, compreso lo strategico punto-acqua di Serra (WaterTap02, uno dei waypoint di pianificazione) dove si arriva con borracce ormai vuote dopo aver percorso i 4/5 del totale. Tutto il percorso è adiacente ma formalmente all’esterno del PNFCMF&C, che lambisce a ovest i Mandrioli e Corezzo. Proseguendo a sud-sudest sullo 00 si va verso La Verna, incontrando il mitico 50.

 

APPROFONDIMENTI

 saluti a tutti da Carlo Palazzini & Franco l’ortolano