Ferrari !

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Distogliendo lo sguardo dal meteo posto un trafiletto scritto dal nostro scrittore di fiducia Gianfranco Landini.
Tanto per navigare un po’.
In coda un bellissimo video da gustarsi in alta definizione.

La propaggine umana appena entrato nell’autofficina di mio cugino Roberto, notai subito, (come si fa a non notarla), la Ferrari parcheggiata in fondo al garage, mi avvicinai, le girai intorno guardandola con curiosità e ammirazione, con il desiderio di toccarla, notando i particolari, come se fosse una bella donna. Che macchina! Esclamai alfine, rivolgendomi a Roberto, che nel frattempo apriva il cofano della mia auto per un controllo… Quella non è una macchina! Esclamò lui guardandomi con uno strano sorriso sulle labbra. Quella è una propaggine umana! Roberto ha una piccola officina in un paese in provincia di Arezzo, alto e grosso come un armadio, due mani come prosciutti, ripara di tutto, anche i trattori se ce n’è bisogno, uno di quei meccanici di provincia con la tuta blu sporca di grasso e la passione per i motori, di quelli che non ti lasciano mai a piedi. Cosa vuol dire, una propaggine umana. Dissi, stupito da quella espressione inusuale. Voglio dire che la mia o la tua automobile, sono macchine , si guidano con le mani e con i piedi, questa, disse avvicinandosi, si guida.. con la testa. Spiegami un po’ questa storia. Dissi, dandogli spago. Una Ferrari si guida con la testa, con il corpo, con il cuore, mi disse con occhi accesi smettendo del tutto di lavorare. Ti siedi e la “senti” intorno a te, come una parte di te, e poi pensi :… Via! E lei : ….Via! E poi pensi:….Wrooom! E lei:…. Wrooom! E dopo un attimo sei arrivato dove guardavi prima. E poi pensi: Ferma! E lei:….Ferma! Questa non è una macchina, questa è una propaggine umana! Ritornando verso Arezzo, ripensavo alle parole di Roberto, al suo entusiasmo, a come aveva espresso così bene il sentimento di tanti appassionati ferraristi che in quegli anni (eravamo nel 1997-98) seguivano il mondiale di formula uno soffrendo per una serie infinita di sconfitte, senza mai abbandonare la fede in questa macchina meravigliosa, neppure nei momenti peggiori. Penso a mio figlio Lorenzo che quando aveva quattro anni, correva sulla macchinina rossa a pedali, e diceva che lui era come “Nippi” Lauda e che ha aspettato venti anni prima di vedere Shumacher vincere sulla “Rossa”. Ricordo il commento velenoso di un giornalista di Repubblica che non riusciva a spiegarsi perché un numero così alto di persone, in tutto il mondo continuasse a fare il tifo per un team che non vinceva da anni, e continuasse a sognare una macchina che, nella gran parte dei casi non avrebbe mai guidato né avrebbe potuto permettersi di acquistare. Pensare in questi termini della Ferrari, significa non comprendere il sentimento che accompagna questo mito da tanti anni, significa appunto pensare alla Ferrari come a “una macchina” e non a una “propaggine umana”, come diceva Roberto, significa non capire che si tratta di un sogno, di un’opera d’arte, di un qualcosa che non possiedi ma che senti profondamente tuo, come un quadro famoso, un fiume o una piazza di questo nostro meraviglioso paese. Quando in autostrada raggiungi una Ferrari, la guardi, gli stai un po’ dietro e apri il finestrino per sentire il suo rombo e se proprio fa piano, la superi con timore, ti sembra di fargli un affronto, continui a guardarla nello specchietto retrovisore pronto a metterti da parte, se dovesse accelerare. Perché quando ti sorpassa una Ferrari non provi invidia o risentimento verso quel fortunato che la guida, pensi solo che è passato un sogno . Complimenti a tutto il team Ferrari. FORZA RAGAZZI , Domenica si ricomincia, in bocca al lupo!

Gianfranco Landini