A quando un cambiamento?

Abbiamo visto tutti che veniamo da un periodo di completa stasi meteorologica grazie ad un potente cuneo altopressorio, di origine azzorriano, con elevati geopotenziali e notevole effetto compressione (nelle alte pressioni l’aria tende a scendere dalle alte quote, comprimendo i strati adiacenti e riscaldando e seccando la colonna d’aria). Abbiamo avuto valori particolarmente miti in montagna, al suolo durante il giorno e temperature notturne (sempre nei bassistrati) molto fredde per effetto del fenomeno irraggiamento notturno/inversione termica. Via via lo strato d’aria si è umidificato e sono comparse le nebbie nelle vallate e, mentre scriviamo, è ancora presente (perlomeno in Valdichiana). Quando cambierà il tempo? E’ probabile che già nel fine settimana l’alta pressione perda potenza e via via corpi nuvolosi atlantici si intrufoleranno nel Mediterraneo apportando un modesto peggioramento del tempo, con un po’ di nuvolosità ma scarsi fenomeni. Nel frattempo in area Scandinava si andrà formando un anticiclone (SCAND+ pattern), a carattere “ibrido” (ovvero avrà una componente dinamica e una termica, poi un giorno vi spiegheremo la differenza…), in europa orientale avremo una bolla gelida e a ovest, il lobo canadese del vortice polare abbastanza reattivo, che invierà verso est impulsi secondari (depressioni basso-atlantiche). Queste perturbazioni saranno costrette a scorrere basse (vista l’opposizione dello SCAND+) e ad interessare anche la penisola. Una di queste depressioni potrebbe isolarsi nel mediterraneo e richiamare buona parte di quell’aria gelida che staziona nell’est europeo, in contemporanea potrebbe chiudersi la porta atlantica grazie ad un ponte, esile, altopressorio fra anticiclone delle Azzorre e Anticiclone Scandinavo. Ovviamente questa ultima è una delle tante ipotesi che andrà senz’altro vagliata nei prossimi aggiornamenti. Sarebbe un deciso colpo di coda dell’inverno che in questo periodo ha davvero latitato presentando il suo lato più mite e statico.

Alessandro Nardi