Ancora instabilità diurna.

 

La fase instabile di questa parte di primavera sembra avere ancora vita lunga. Evidente dalla visione del modello matematico ENS su base GFS con la classica disposizione dei “clusters” a “dente di sega” (fig 1) ovvero con i picchi precipitativi nelle ore centrali (e più calde) della giornata, quando il fenomeno fisico della convenzione è più evidente. Quindi non si tratta di maltempo ma instabilità che si fa strada dalla tarda mattinata fino ad avere il suo culmine nella fascia centrale della giornata, con miglioramento durante la tarda sera / prime ore della notte. Il tutto potrebbe essere aggravato dalle prossime ore dall’arrivo di ulteriore aria instabile e più fresca in quota dai quadranti orientali. Come spesso accade, l’instabilità prende con più facilità le zone interne (fig 2) ovvero quelle più soggette al riscaldamento dei suoli, meno probabile sulle coste e sul mare poiché quest’ultimo risulta ancora freddo e stabilizza la colonna d’aria, anche se, gli addensamenti che si formano all’interno con le correnti aeree si possono portare fin sulle coste. Nel fine settimana, o meglio da domenica, potrebbe intervenire pure una perturbazione atlantica in arrivo da ovest. Di questo, però, ne parleremo più avanti.

Alessandro Nardi