Calo termico marcato in vista.

Come già evidenziato nei giorni precedenti, i massimi dell’alta pressione si sono portati sull’Europa centro-settentrionale. In pratica l’alta pressione fino ad ora presente sulla nostra penisola si è fusa con la collega presente su Russia ed Europa Orientale. Nel fine settimana ne approfitterà un nucleo di aria più fredda che con moto antizonale (ovvero contrario a quello che siamo di solito abituati) interesserà la nostra penisola nel fine settimana. Per quanto riguarda la nostra regione gli effetti maggiori saranno i seguenti:
1) aumento della ventilazione da grecale, fredda e a tratti anche sostenuta
2) aumento della nuvolosità da stau orografico sulle catena Appenninica specie versanti Romagnoli, Emiliani e Marchigiani, con deboli nevicate oltre i 1000 metri
3) calo termico specie nei valori massimi, anche marcato. Dopo una lunghissima serie di giornate con temperature ben oltre le medie i valori tenderanno a portarsi sotto lo medie.
Non si tratterà assolutamente di un ondata di gelo come qualche quotidiano in vena di raccattare facili click ha raccontato. Dalle due mappe allegate riferite alla quota isobarica di 850 hpa (1500 metri circa o poco più in basso) è ben evidente che di gelo non vedremo nemmeno l’ombra se non sui rilievi ad una certa quota o in qualche mattina (salvo se ci sarà un po’ di calma di vento) sulle zone di pianura (tutto da vedere….) ma per semplice inversione termica che fra l’altro nelle zone interne abbiamo spesso anche senza particolari ondate di freddo.


Da domenica sera o lunedì un ulteriore impulso freddo ci raggiungerà sempre dai quadranti nord orientali. Il “core” più freddo (anche di una certa portata stavolta) dovrebbe scorrere a nord delle Alpi. Comunque questa fase è piuttosto incerta non tanto nella dinamica, ormai abbastanza inquadrata, ma piuttosto nei dettagli previsionali. La nascita di depressioni al suolo anche sulla nostra penisola potrebbe provocare delle precipitazioni anche sulle nostre zone.

Alessandro Nardi