Eclissi di sole del 1961 ad Arezzo!

Ovvio che dal titolo può sembrare che l’eclisse sia avvenuto solo ad Arezzo ma in realtà fu in buona parte dell’Italia.
Questo sotto è un racconto di un amico e socio del Nuovo Gruppo Astrofili Arezzo, dove descrive tutta l’emozione di tale evento.
Molti di voi che leggeranno si ricordernno certamente di esso. Io non ero ancora nato, quindi posso solo leggere come molti di voi l’emozione trasmessa da chi ha vissuto questa esperienza.
Un grazie doveroso all’impegno della scrittura a Gianfranco Landini dove saluto qui e ringrazio pubblicamente.

Lorenzo Sestini.

L’ Eclisse di sole 15 Febbraio 1961

La mattina del 15 Febbraio 1961 ci regalò un cielo limpido e sereno come fa nelle mattine gelate d’inverno, c’era un pallido sole appena alto sulle colline, già parzialmente offuscato dalla luna nuova, non saremmo andati a scuola ma a vedere l’eclissi di sole.
Camminavo svelto ed eccitato con mio fratello Mario, insieme a noi veniva su altra gente da tutta la città, salivano verso la fortezza Medicea, c’erano studenti con i loro professori, turisti venuti apposta ad Arezzo dove ci sarebbe stata l’eclisse totale, molti si fermavano al Prato ma i più proseguivano per la fortezza: dagli spalti si sarebbe goduto di un’ottima visuale al di sopra della campagna e del cimitero. Il sindaco aveva ordinato al custode di aprire il cancello fin dal mattino all’alba e infatti quando arrivammo c’era già molta gente sia sul grande piazzale che sugli spalti.
Poco prima delle 8 ci siamo affacciati dal bastione ….. verso est, era tutto sereno, faceva freddo e il sole, da poco sorto sopra le colline sembrava malato, anziché sfolgorare aveva diminuito la sua forza, attraverso i vetri affumicati vedevamo che l’eclisse era già cominciata e la luna nera copriva già buona parte del disco solare.
Un leggero velo di nebbia avvolgeva il lato nord della collina di San Cornelio come un mantello leggero che si stendeva fino al Castro e risaliva lungo i fianchi delle colline davanti a Poti. Dal lato nord la campagna era intatta, racchiusa dentro le montagne di Catenaia e del Pratomagno, più lontano e imbiancato di neve, si vedevano le belle ville antiche sulle colline verdi e scintillanti di rugiada e di ghiaccio che il sole non riusciva a sciogliere. I cipressi e gli oliveti contornavano i campi arati fino agli Archi, fin sotto di noi. C’era un’aria strana, di attesa, di curiosità, ma anche di paura, la gente parlava sottovoce, le facce scolorite nella luce scarsa guardando il cielo che si faceva più scuro, qualcuno usava pellicole fotografiche nere, i più, vetri affumicati o trattati come quelli per i saldatori. Pochissimi avevano binocoli, in un capannello un professore mostrava ai suoi allievi il disco del sole proiettato su di un foglio bianco da un piccolo telescopio, alle 8,10 il sole è coperto per tre quarti c’è una luce strana, giallastra, qualcosa di misterioso, si sente un cane abbaiare giù nella campagna, gli uccelli si muovono spaventati intorno agli alberi, la gente trattiene il fiato in attesa. Alle 8,20, il sole é ridotto a una luminosissima falce, – Non guardate a occhio nudo! l’aria è strana, cominciano ad arrivare ombre velocissime e serpeggianti, si alza un vento freddo, è quasi buio, gli uccelli fuggono nei nidi con un frullare d’ali spaventato, rabbrividisco, anche Mario è eccitato, riprendiamo a guardare il cielo, le ombre volanti corrono veloci. Il cono d’ombra della luna alle 8’30 ha iniziato il suo velocissimo cammino sul golfo di Biscaglia,in pochi minuti ha attraversato la Francia meridionale poi il Piemonte, la Liguria, è arrivata in Toscana alle 8,34, a 3000 Km l’ora. Ha già coperto, La Spezia, Lucca, Firenze, in pochi istanti inghiotte il Valdarno,avvolge il Pratomagno, poi scende velocissima, vediamo l’ombra della luna avanzare dalle colline, stendersi nella campagna sotto di noi poi è notte, è buio….
Nel vetro affumicato vediamo il disco della Luna coprire il sole perfettamente, tutt’intorno una luce sfolgorante e mutevole, la Corona appare come una gloria di luce argentea, è impressionante e delicata insieme, sembra una farfalla di luce, riappaiono le stelle, l’Acquario, il Pegaso, la gente stupita e senza fiato si lascia sfuggire un hoooo di meraviglia, poi torna un silenzio stupito. La notte è attraversata da strani fruscii, brividi, una notte che non è notte, allo stupore si aggiunge un antico terrore che serpeggia nella folla attonita. , qualcosa che ci riporta indietro a quando gli uomini rimanevano atterriti di fronte agli eventi naturali, misteriosi, inesplicabili.
Guardavo quello spettacolo meraviglioso e strano, impossibile a dirsi, il cielo stellato dove il Padreterno aveva messo anche Giove e Saturno insieme verso Ovest, come se non bastasse già quella meraviglia, il sole coperto dalla Luna lasciava intuire la sua spaventosa potenza imbrigliata per qualche minuto dal disco nero.
Ci sono nella natura delle “combinazioni” così incredibili che sembra quasi che Dio si sia divertito a stupire gli uomini, gli eruditi con i numeri: la luna con un diametro di 3476 Km occulta in modo perfetto il sole che con un diametro di 1.392.000 Km, è 400 volte più grande e, guarda la combinazione, si trova 400 volte più lontano dalla Terra rispetto alla luna. Ma scienziati, poeti o ignoranti, uomini moderni o antichi tutti rimaniamo stravolti da uno spettacolo così enorme che ti fa sentire un granello di polvere nell’universo : “ non c’è nessuna cosa che non ci si possa aspettare né che si possa giurare impossibile, né meravigliosa dopo che Giove, Padre degli Dei, di mezzogiorno fece notte, avendo nascosto la luce del Sole splendente; dopo questo, tutto diventa credibile….” (Archiloco).
Avrei voluto essere sulla collina di Arcetri, dove osservava Galileo e dove in quel momento tutti gli scienziati stavano svolgendo in silenzio decine di esperimenti, vedere i particolari al telescopio: immense volute di gas incandescenti si alzano dalla superficie della stella, la corona arriva ad oltre un diametro del sole. In alto un pennacchio coronale enorme e, al polo nord, una raggiera ripiegante verso Est e verso Ovest, sintomo dell’intenso campo magnetico polare. A sinistra un’enorme esplosione, estesa per un quarto del diametro solare, grande centinaia di volte la terra………
Durò 130 secondi, più di due minuti, la strana notte, qualcuno disse: – Attenzione sta per finire, non guardate ad occhio nudo! Poi con un lampo accecante il Sole sbucò tra le montagne della Luna ( i grani di Bailey) la luce si diffuse di nuovo sulla terra e parve riscaldarla, riapparve la falce di sole luminosa le ombre volanti ripresero a danzare fuggendo lontano, la campagna e le colline riacquistarono via via i loro colori mentre la grande ombra scompariva lasciandoci stupefatti. Continuammo l’osservazione ancora pieni di meraviglia e di eccitazione, ma ormai con il dispiacere che fosse finito e che probabilmente non avremmo più rivisto uno spettacolo così straordinario.

Gianfranco Landini.

Sotto una splendida composizione di foto eseguite da l’amico Giovanni Bartolozzi dove mostra uno degli ultimi eclissi di sole totali.