Escursione sul Monte Falco!

Eccomi qui a raccontare ancora una camminata sul crinale del Monte Falco, che con i suoi 1658 m è la vetta più alta della nostra provincia!
Resoconto del giorno di sabato 19 gennaio.
Neve sui 100 cm a 1480 m, mentre sul crinale a 1600 m, in alcuni punti si raggiungevano i 150 cm. Ricordo che la cima è in comune tra le province di Arezzo, Firenze e Forlì – Cesena e la stazione sciistica della Burraia – Campigna si trova sul versante della provincia di Forlì – Cesena.

Foto fatte tutte tra quota 1450 m e 1658 m. Foto mie (Simone Paolucci) e del nostro collaboratore Marco Palermo. Foto non eccezionali per via della poca visibilità data della nebbia e dalla neve debole che è caduta durante il pomeriggio, ma è stato bello camminare nella foresta completamente innevata, sotto una leggera nevicata che non dava fastidio, anzi ci accompagnava!

Qui un bel video che ho fatto con le foto. Musica: Adiemus, di Karl Jenkins. Buona visione.

E ora, vediamo nel dettaglio le immagini che sono nel video.

Partiti da Arezzo con tutta calma verso le 11, siamo arrivati al parcheggio principale a Fangacci (1484 m) alle 12.30.
Sosta al Rifugio La Capanna (1488 m), per pranzare e poi partenza per una passeggiata nel crinale.
Qui il Rifugio La Capanna (1488 m).

Verso le ore 13 al termometro del rifugio la temperatura era sui -6°c.

La postazione della webcam, davanti al rifugio.

Qui quello che vede la webcam, immagine della mattina di sabato, ore 9.35.

Il rilevamento neve al campetto del Servizio Meteomont, quota 1479 m sotto al rifugio segnava 98 cm di neve.

In cammino verso il Monte Falco: da Fangacci, si passa per la strada che va al Rifugio Militare.

Neve che in alcuni punti, anche su diversi alberi, era una via di mezzo tra galaverna e calabrosa, dato le basse temperature dei giorni precedenti e l’umidità sempre molto alta.

Nei giorni precedenti infatti la temperatura alla stazione meteo a quota 1645 m è stata fredda: minima di -9.3°c il 17 gennaio e massima più bassa di -6.5°c il 18 gennaio.

Unico tratto più difficoltoso del percorso, specie se la neve è scivolosa: bisogna aggirare il rifugio militare, con a lato una forte pendenza.

Continuando verso la vetta…

…arrivo allo skilift della stazione sciistica.

Sul traliccio c’è la stazione meteo Davis Vantage Pro 2 del Monte Falco, a quota 1645 m. La stazione era anche quella congelata.

Cliccate qui per vedere altre foto della stazione meteo del Monte Falco.

Manca poco alla vetta del Falco, uno spettacolo camminare nel sentiero!

In vetta al Monte Falco 1658 m.

Foto fatta proprio sulla vetta del Monte Falco, da sinistra: io (Simone Paolucci), Alberto, Claudio, e Marco Palermo.

Discesa dal sentiero che porta a Piancancelli.

Per la cronaca, la Riserva Naturale Integrale del Monte Falco, precisamente di Sasso Fratino, in cui è vietato l’accesso, è stata la prima istituita in Italia, nel 1959. Ad oggi, sono solo 4 in Italia le Riserve Naturali Integrali. Un aspetto quindi unico questo del Monte Falco, di cui probabilmente in molti ignorano l’esistenza!

Zona del Passo Piancancelli (1488 m).

Da Piancancelli, ritorno a Fangacci, con sosta di riposo al Rifugio La Capanna.
Tempo totale del giretto a piedi: 2 ore e 20 minuti, a passo normale con svariate soste per fare foto e godersi la foresta incantata.

Verso le 16.30, proprio come immaginavo che avesse fatto, la neve è diventata acqua nonostante la temperatura fosse stata ancora di ben -4°c, segno della violenta scaldata che stava arrivando in quota. In poche ore siamo passati dalla neve debole dei 250 m di Arezzo, alla pioggia a quota 1500 m.
Poi in quota a 1500 m pioveva nonostante la temperatura era ben al di sotto dello zero, perché il richiamo caldo è stato molto forte ed è arrivato molto velocemente: in questi casi l’aria al suolo è più fredda rispetto all’aria calda sovrastante, perché l’aria calda essendo più leggera resta sopra a quella fredda. Ecco quindi che avviene il fenomeno della pioggia congelantesi, meglio conosciuta come gelicidio (se avviene a temperatura inferiore allo zero, mentre viene chiamata vetrone se avviene a temperatura superiore allo zero).
La pioggia infatti, dato la temperatura di -4°c, ghiacciava immediatamente sulle auto e mi è stato riferito che poi aveva ghiacciato anche sugli alberi.
Ovvio che con il passare delle ore, gli strati di aria si mescolano e quindi la temperatura aumenta anche al suolo, cambiamento che avviene velocemente se è presente il vento, (perché il vento mescola gli strati d’aria), più lentamente se il vento è assente. Nella giornata di domenica infatti il Monte Falco a 1645 m ha segnato una temperatura massima di +3.9°c.

Qui un’altra bella foto ma in un altro punto: sulla strada che dal Passo della Calla ridiscende sul versante romagnolo a Campigna, quota 1150 m.

Saluti da Arezzo Meteo e alla prossima camminata sulla neve, sperando (fiduciosi) che l’inverno ci regali ancora delle buone occasioni.

Simone Paolucci