Hubble Space Telescope, uno sguardo “oltre”

E’ il nostro occhio sull’Universo dal 1990. Progettato sin dagli anni ‘70, con gli sforzi congiunti sia tecnologici che finanziari di NASA ed ESA e messo in orbita dopo una lunga serie di rinvii, l’ HST Hubble Space Telescope é a tutt’oggi uno dei più importanti strumenti per la ricerca spaziale. Con il suo specchio di 2,4 metri di diametro, la tecnologia che consente l’osservazione nel vicino ultravioletto, nel visibile e nel vicino infrarosso ed una orbita nell’atmosfera superiore, l’ HST ha permesso lo studio astronomico bypassando l’ “effetto-atmosfera” che causa turbolenze alla visione dei telescopi terrestri  permettendo una visione profonda e ad alta risoluzione degli oggetti spaziali.

Elencare ad una ad una le straordinarie scoperte e mostrarvi le immagini che ha catturato in questi lunghi anni di onorato servizio é praticamente impossibile: la mole di dati che Hubble invia ogni settimana é enorme tra scoperte di esopianeti, galassie, nebulose planetarie, esplosioni di supernovae.

Alcune delle immagini più iconiche di Hubble sono sicuramente i cosiddetti “campi profondi”. Realizzati a partire dal 1995 (Hubble Deep Field, HDF) proseguendo poi nel 2004 (Hubble Ultra Deep Field, HUDF) e infine nel 2012 (Hubble eXtreme Deep Field, XDF), il supertelescopio ha rivolto il suo sguardo verso una piccolissima parte di cielo (cito testualmente la foto dal sito ESA :“..sbirciare nell’Ultra Deep Field è come guardare attraverso una cannuccia lunga 2,5 metri..”), apparentemente privo di oggetti astronomici e per diversi giorni consecutivi.

Il risultato? Immagini inaspettatamente affollate di galassie a differenti stadi di evoluzione!

Hubble Deep Field (HDF) – Oggetti: 3000 (quasi tutte galassie) Credit: Robert Williams and the Hubble Deep Field Team (STScI) and NASA/ESA

Hubble Ultra Deep Field (HUDF) – Oggetti: 10.000 galassie. Credit: NASA, ESA, and S. Beckwith (STScI) and the HUDF Team

Hubble eXtreme Deep Field, XDF – Oggetti: 5.500 galassie (prese da una piccola porzione della HUDF), la più profonda visione ottica dello spazio.

Credit: NASA, ESA, H. Teplitz and M. Rafelski (IPAC/Caltech), A. Koekemoer (STScI), R. Windhorst (Arizona State University), and Z. Levay (STScI)

Ma non é tutto: nel maggio 2019 una nuova immagine composta da lunghe osservazioni durate 16 anni ha dato vita alla Hubble Legacy Fiel. Un campo un po’ più grande (relativamente!) rispetto ai precedenti fields ma che contiene ben 265.000 galassie, di cui alcune datate qualcosa come a 13,3 milioni di anni fa.

Credits:NASA, ESA, G. Illingworth and D. Magee (University of California, Santa Cruz), K. Whitaker (University of Connecticut), R. Bouwens (Leiden University), P. Oesch (University of Geneva,) and the Hubble Legacy Field team

[Consiglio la visione dei Deep Field, in alta risoluzione all’indirizzo https://hubblesite.org/ utilizzando la stringa di ricerca].

I numeri sono più che sufficienti per non restare indifferenti a tanta e tale vastità, consapevoli che il nostro Sistema Solare é solo un piccolissimo puntino all’interno della nostra galassia;  e naturalmente per gli addetti ai lavori  tanto materiale su cui studiare: materia oscura, espansione dell’universo, formazione della galassie..

Purtroppo l’HST é destinato a terminare il proprio lavoro; l’obsolescenza tecnologica e le difficili (e costose) manutenzioni lasciano il passo ad un nuovo strumento, il James Webb Telescope (ne abbiamo parlato in questo articolo).

Ci resteranno le migliaia di immagini scattate a farci perdere nello stupore e nella bellezza infinita dell’Universo.

Bonus: tenendo conto che l’HST é al lavoro 24h su 24 e 7 giorni su 7, siete curiosi di sapere cosa ha “visto” nel giorno del vostro compleanno? Raggiungete il link sottostante, inserite la vostra data di nascita e.. buona visione! ^_^

https://www.nasa.gov/content/goddard/what-did-hubble-see-on-your-birthday

Articolo a cura di Roberta Gori