Inverno in stand-by!

Diciamo che il titolo di questo nostro articolo è un po’ improprio poichè di periodi anticiclonici prolungati, specialmente negli inverni di questi ultimi 20 anni, ne abbiamo visti molti. Abbiamo voluto riassumere con poche parole quello che ci aspetterà nei prossimi 10 giorni con pochissimo margine di errore: andremo incontro ad un periodo un po’ (meteorologicamente) monotono, con una stasi barica sull’Europa centro-occidentale. Questo grafico che alleghiamo dice tutto:

 

un promontorio di alta pressione, con massimi fra penisola Iberica e Francia, influnzerà con i suoi alti geopotenziali, anche lo stivale, lambito soltanto nella sua parte orientale da correnti fredde da nord destinate ai settori balcanici e all’est Europa. Passato questo debole peggioramento, il tempo andrà velocemente migliorando su tutta la regione. Ricompariranno le inversioni termiche, il freddo notturno sulle pianure interne e sulle conche appenniniche, avremo pomeriggi miti e in montagna sarà decisamente “caldo” per la stagione (una disdetta per le stazioni sciistiche che non potranno nemmeno sparare la neve artificiale). Forse (almeno in un primo momento) non avremo le nebbie, poi l’anticiclone, dopo l’Epifania, potrebbe “invecchiare” e coricarsi più sui paralleli e allora di primo mattino questo fenomeno potrebbe ricomparire. Possiamo dire che in questa prima parte di gennaio “il generale” si prenderà una sosta in attesa di vedere cosa succederà in stratosfera e se il probabile “stratwarming” potrà avere ripercussioni anche alle quote più basse dell’atmosfera.

Alessandro Nardi

 

sotto: la pressione al suolo e i geopotenziali a 500 hpa (5500 m circa) previsti per la Befana.