Oggi, Giorno della Memoria!

Per non dimenticare: oggi è il giorno della memoria delle vittime del nazismo e dell’olocausto.
Ci sarebbe troppo da parlare e non spetta certo a noi (che parliamo di meteo) a dilungarsi in tanti discorsi. Però alcune cose le posso dire, dato che ho avuto modo di andare di persona ad Auschwitz-Birkenau, in Polonia.

Il nome Auschwitz (detto anche Auschwitz N°1) è la traduzione in tedesco del paese di Oswiecim, mentre Birkenau (detto anche Auschwitz N°2) è la traduzione in tedesco del paese vicino di Brzezinka.

Sicuramente Auschwitz è il simbolo dell’olocausto e del male. Se, in genere, si dice che l’uomo è l’essere vivente più intelligente del pianeta, allo stesso tempo però è anche il più stupido e cattivo!!
Auschwitz-Birkenau è un museo aperto liberamente al pubblico. E’ anche patrimonio dell’umanità, protetto dall’UNESCO e speriamo che serva da monito, perché una cosa del genere non risucceda mai.

Non ci sono parole, non ci sono immagini, non ci sono video, o film, che possano provare la stessa sensazione di sconforto che si prova ad essere li di persona.

Mentre Auschwitz era nato come un campo per i lavori forzati, Birkenau, era il campo di sterminio, il campo che venne costruito dopo che i tedeschi decisero la “soluzione finale” del problema ebraico, ovvero di ucciderli tutti!!
I prigionieri di Birkenau lavoravano per allargare il campo, allargarlo sempre di più, per contenere sempre più persone da uccidere! Alla fine del 1944 il campo aveva le dimensioni pazzesche di un rettangolo di circa 2.5 km per 2 km! Il campo poteva contenere fino a 100.000 persone!
Erano ben 4, gli enormi crematori presenti a Birkenau, 3 furono distrutti dai tedesci poco prima dell’arrivo dei russi, per cercare di nascondere le prove degli orrori commessi, mentre 1 fu distrutto dai prigionieri in una rivolta.

Ci sarebbe fin troppo da dilungarsi, spazio ad alcune foto che feci nell’agosto del 2008. Vi risparmio le peggiori! E non perché sono venute male le foto……

Queste sono scattate ad Auschwitz

L’ingresso ad Auschwitz, con il crudele e ironico messaggio “Arbeit macht frei”, che significa “il lavoro rende liberi”.

Il muro della morte, dove venivano fucilati i prigionieri, principalmente polacchi

Il crematorio. Vi risparmio i dettagli…..

Una frase di Primo Levi, un italiano che fu prigioniero. Si salvò anche perchè fu mandato al campo di Buna-Monowitz (chiamato anche Auschwitz N°3), che, per farla breve, era un laboratorio dove si cercava di produrre la gomma sintetica.

Queste sono scattate nel vicino campo di Birkenau

Qui l’interno campo visto dalla torre d’ingresso: il binario era diviso in tre binari, in modo da poter fare entrare tre treni contemporaneamente. Non contenti, fu fatto anche un binario esterno al campo, il cosiddetto “judenrampe”.

Altra immagine del campo visto dalla torre: gli alberi lontani in fondo sono i confini dal campo

Uno dei simboli di questo orrore: l’ingresso visto dall’interno

Uno dei tanti viali lunghissimi del campo

I resti di uno dei 4 crematori: si vedono ancora bene (meno bene dalla foto) i binari interni usati per….

Una foto fatta nel 1944: zona tratteggiata A era Auschwitz; zona tratteggiata B era Birkenau; zona C era la judenrampe. Notate quanto era immenso Birkenau rispetto ad Auschwitz!

Alcuni film sull’argomento:
Schindler’s List
Il pianista
il processo di Norimberga
La vita è bella (alcune scene girate anche ad Arezzo!)
Il diario di Anna Frank
Miracolo a mezzanotte

Simone Paolucci