Primavera e neve sul Monte Falco

Dopo essere stato numerose volte in questo inverno nella zona della Burraia – Monte Falco, ecco un’altra camminata in condizioni del tutto particolari: gli ultimi accumuli di neve, uniti al risveglio della primavera, un paesaggio surreale! Queste foto sono dell’11 maggio. Anche se tracce di neve rimangono quasi tutti gli anni fino a inizio maggio, non capita tutti gli anni che ammassi di neve reggano così a lungo, tracce potrebbero resistere fino a inizio giugno! Direi che se aprile e questa prima metà di maggio fossero stati con temperature nella media, invece che nettamente superiori come è stato, tracce di neve sarebbero resistite fino a metà giugno!

Partenza come sempre da quota 1480 m, per raggiungere a piedi la vetta del Monte Falco 1658 m.
Qui la zona dove in inverno il Corpo Forestale fa il rilevamento neve (quota 1479 m).

La parte finale della pista nera.

Il Rifugio La Capanna (1488 m).

Lungo il sentiero per il Monte Falco (vetta 1658 m).

Nei punti più riparati dal sole erano davvero notevoli gli ammassi di neve!

Il crinale sulla vetta del Monte Falco: anche se è la zona più alta (1658 m), essendo molto esposto al sole qui c’erano solo pochi ammassi di neve.

La vista verso il Poggio Piancancelli (1576 m) e Pian delle Fontanelle (1524 m).

Moltissimi i crochi viola presenti nei prati.

Ma la zona con più neve al suolo era, proprio come pensavo, quella del sentiero della Pista del Lupo: il sentiero che dal Monte Falco va al Passo Piancancelli (1488 m).
La parte alta del sentiero, tra i 1600 e i 1650 m, è esposta a nord e molto riparata dal sole grazie alle piante, quindi la neve resiste meglio. La neve in diversi punti ricopriva tutto ed era alta 30/40 cm, con punti di oltre 50 cm!
Un paesaggio surreale: sopra i faggi con le foglie primaverili e sotto un alto strato di neve. Ed era pure freddo, direi intorno ai +5°c (il termometro al Rifugio La Capanna, 1488 m, segnava +8°c).
Da notare che pur essendoci il sole, la zona è molto in ombra perché riparata dagli alberi.

Particolare effetto scenico: la neve mancante intorno alla base degli alberi.

Alcuni crateri erano molto profondi, segno che la neve era molto alta, come mostro in questa foto: qui c’erano oltre 60 cm di neve e come vedete avevo un metro a portata di mano, quindi le mie misure non erano certo fatte ad occhio! (Spesso molti che scrivono in giro tendono a sovrastimare la reale altezza della neve).
Cliccate sulla foto per ingrandirla e vedere bene i cm segnati sul metro!

In alcuni punti la neve era anche di 70/80 cm, ma era impossibile fargli una foto dimostrativa.

Nelle zone più all’ombra la neve ricopriva tutto!

Fonte Sodo dei Conti a quota 1600 m, è la sorgente più alta dell’Appennino tosco-romagnolo.

Da qui la neve cominciava a calare, specie perché il sentiero è più esposto al sole e in questa zona è vietato avventurarsi al di fuori del sentiero!
Quindi, anche per cambiare sentiero, sono risalito sul crinale per poi scendere lungo la pista rossa. Anche lungo la pista rossa in alcuni punti erano notevoli gli ammassi di neve.

Interessanti anche i crateri scavati dall’acqua nella neve.

Ed eccomi di ritorno al Rifugio La Capanna (1488 m), dove finisce la mia camminata.

Spero che vi sia piaciuto anche questo reportage e direi che per questa stagione invernale (per me iniziata con la neve del 28 ottobre) è davvero tutto.

 

Saluti da Simone Paolucci.