Vallucciole, per non dimenticare!

Vallucciole (750 m), una piccola frazione a nord della nostra provincia di Arezzo, nel comune di Stia, è tristemente nota per il drammatico eccedio compiuto dai nazi-fascisti il 13 aprile del 1944.
Oggi, 25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo, mi pare doveroso ricordare questo eccidio di Vallucciole, uno dei più drammatici avvenuti in provincia di Arezzo e in Toscana, dove furono uccise 108 persone. Per numero di abitanti (pro capite), questo è l’eccidio che ebbe più morti nella provincia di Arezzo (ma forse anche dell’intera Toscana, dato che si trattava di una piccola frazione dove quasi tutti furono uccisi)!

 

Il racconto dell’eccidio di Vallucciole.

A partire dalla primavera del 1944, a seguito dei crescenti bombardamenti e mitragliamenti aerei dell’aviazione alleata lungo le principali vie di comunicazione, il comando germanico decise di attuare il dirottamento del proprio traffico motorizzato sulla strada che da Stia porta a Londa, in direzione di Firenze, strada che era più tranquilla e sicura. Vallucciole si trova a pochi chilometri da questa strada.
Il 12 aprile 1944, a seguito di un’azione partigiana a Molin di Bucchio, che si trova sotto Vallucciole, erano stati uccisi due ufficiali delle SS naziste e, dai documenti trovati addosso ad uno degli ufficiali, risultava che un grosso rastrellamento era previsto per l’intera zona. I partigiani, avvertiti gli abitanti del pericolo e consigliategli di mettersi in salvo, tornarono ai loro alloggiamenti e dettero l’allarme per trasferire subito la formazione in zona diversa.
La zona destinata al rastrellamento comprendeva il crinale dell’Appennino: dal Muraglione al Fumaiolo, dal Falterona al Passo dei Mandrioli e alla Verna, dalla Consuma verso l’Alto Casentino.
L’attacco nazi-fascista ad una zona così vasta era stato minutamente organizzato per stroncare il movimento partigiano e la classe contadina che lo sosteneva. L’uccisione dei due ufficiali delle SS a Molin di Bucchio, per i tedeschi fu il preteso per compiere delle vere stragi e il paese di Vallucciole era il più vicino al luogo dove erano stati uccisi gli ufficiali.
All’alba del 13 aprile 1944 ebbe inizio l’assalto dei nazi-fascisti in tutta la zona da rastrellare e fu un inferno.
Salvo poche famiglie che, raccolto il consiglio dei partigiani, si salvarono fuggendo, chi fiducioso nella propria innocenza è rimasto nella propria casa, ha trovato orrenda morte. Sparando con ogni arma, urlando e distruggendo, gli “Unni di Hitler”, affiancati dai traditori nostrani repubblichini, penetrarono nelle case, nelle stalle e nei fienili di Vallucciole, prendendo tutte le persone che venivano trovate, su donne e bambini venne aperto il fuoco e poi, con bombe incendiarie e con lanciafiamme, veniva appiccato il fuoco ai casolari ed ai poveri corpi. Gli uomini invece vennero costretti a caricare delle munizioni, gli fecero percorrere un sentiero e alla fine del calvario i superstiti furono fucilati in Località Giuncheto.
La strage durò dall’alba al tramonto; a sera Vallucciole era un cumulo di macerie fumanti, 108 le persone che furono uccise.
Quel 13 aprile fu una giornata veramente terrificante, che resterà sempre impressa nelle menti e nei cuori della popolazione dell’Alto Casentino.

Cliccate qui per leggere il drammatico racconto “La Pasqua di Vallucciole” di Carlo Levi, sopravvissuto all’eccidio.

Alcune foto del paesino di Vallucciole.

Al piccolo cimitero di Vallucciole molte lapidi testimoniano quanto avvenne, su molte si legge frasi del tipo: “uccisi vilmente senza alcuna colpa dai nazi-fascisti il 13 aprile 1944 a Vallucciole”.

Qui il sacrario di Vallucciole. Era chiuso, all’interno c’è la cappella con l’elenco delle vittime.

Sentiero della Libertà: Vallucciole. Cliccate sull’immagine per ingrandirla.

Sentiero della Liberta: Molin di Bucchio (585 m), vicino a Vallucciole. Qui sono accaduti due fatti importanti: l’uccisione dei due soldati delle SS il 12 aprile 1944, fatto che fece inferocire i tedeschi e, mesi prima, nel novembre 1943, l’uccisione di Pio Borri, il primo partigiano caduto nella provincia di Arezzo.
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Lapide in memoria a Pio Borri, a cui è stata data (alla memoria) la medaglia d’argento al valor militare.

Monumento a Pio Borri.

L’antico Molin di Bucchio, ancora oggi ben conservato grazie al restauro dei proprietari. All’epoca era un punto di riferimento per i partigiani, dato che veniva usato per l’approvvigionamenti, soprattutto di farina. Se ci capitate, vi consiglio la visita.
Per maggiori curiosità cliccate qui: www.molindibucchio.it.

Sentiero della Libertà: Giuncheto, vicino a Vallucciole. In questa zona furono fucilati alla fine del calvario decine di uomini di Vallucciole. Cliccate sull’immagine per ingrandirla.

Infine, i nomi delle 108 vittime di Vallucciole, in un elenco al cimitero di Stia.

Simone Paolucci